Nel periodo estivo, quando il caldo si fa sentire e i climatizzatori restano in funzione incessantemente per tutto il giorno, può accadere che si rompano e, oltre a costringerci a sopportare temperature torride, ci impongono di occuparci del loro corretto smaltimento.
Iniziamo allora col dire che i climatizzatori non più utilizzabili, sono riconducibili alla categoria dei RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), ossia a quei rifiuti che provengono dalle apparecchiature elettriche e elettroniche e che quindi dipendono per il loro funzionamento dall’energia elettrica1.
Ma nello specifico, qual è la loro natura?
Ebbene i climatizzatori, laddove provenienti dalle nostre abitazioni – e quindi con una “destinazione domestica” – appartengono alla categoria dei rifiuti urbani.
Ai sensi dell’art. 184, comma 2, lett. a) del D.Lgs 152/2006, infatti, “sono rifiuti urbani […] i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione”.
Inoltre, i climatizzatori – generalmente – appartengono alla categoria dei rifiuti pericolosi, perché contengono sostanze tossiche altamente inquinanti per l’uomo e l’ambiente come i gas refrigeranti.
Ciò ne impone una particolare forma di gestione, che vede innanzitutto la necessità di separarli nei loro componenti. Ad esempio, per tornare ai suddetti gas refrigeranti, questi devono essere estratti, raccolti in apposite bombole e quindi avviati all’impianto di destinazione finale, per il tramite di soggetti iscritti all’ANGA in categoria 5.
Ma quindi chiunque possiede a casa sua un condizionatore deve porre in essere tali operazioni di separazione e gestione differente?
La legge ci dice di no.
Innanzitutto, essendo rifiuti urbani, questi potranno essere comodamente conferiti al soggetto gestore del servizio pubblico di igiene urbana, anche avvalendosi del servizio di ritiro dei c.d. ingombranti.
In alternativa, potranno essere portati direttamente presso il centro di raccolta comunale più vicino, il quale dovrà avere un’area dedicata a tale scopo.
Infine in questi casi si applica anche il principio della responsabilità estesa del produttore del prodotto, secondo la quale è il produttore del prodotto (ossia chi immette per la prima volta nel mercato il condizionatore) a doversi preoccupare – anche – della gestione del suo fine-vita.
In particolare, la normativa in materia di RAEE impone al produttore dell’apparecchiatura elettrica e elettronica (es del condizionatore), l’obbligo di garantire all’acquirente il cosiddetto ritiro uno contro uno2. Il che significa che, laddove si decida di sostituire il climatizzatore non più funzionante della propria abitazione con uno nuovo, il suo produttore – anche per il tramite i soggetti che si occupano dell’installazione dei prodotti – dovrà provvedere gratuitamente anche alla rimozione dell’apparecchio dismesso e alla successiva gestione del suo fine-vita.
Ma non solo! Anche chi vuole liberarsi del proprio climatizzatore senza acquistarne uno nuovo può farlo agevolmente chiedendo al suo produttore di provvedere alla rimozione gratuita e senza oneri aggiuntivi oppure consegnando i rifiuti RAEE presso i punti di ritiro allestiti nei punti vendita (cosiddetto ritiro uno contro zero3).
Niente paura allora, disfarsi del proprio climatizzatore è facile, non comporta costi aggiuntivi e consente il recupero e la conversione di tali apparecchiature in nuovi prodotti, in linea con i principi dell’economia circolare e di una società a rifiuti-zero.